venerdì 6 gennaio 2017

Valsavarenche - *I gufi sono morti*

È un film già visto. Come la stagione scorsa, anche questa non è iniziata nel migliore dei modi per l'arrampicata su ghiaccio (e per lo sci...). Ciò nonostante, qualche piccola novità non è sfuggita agli occhi attenti dei superlocals che hanno saputo interpretare al meglio quello che la natura offriva loro. Nello specifico, sono stati aperti alcuni corti itinerari di dry-tooling che ampliano la già interessante offerta della Valsavarenche. La più recente e probabilmente più interessante si trova all'estrema sinistra del settore "Mission impossible": *I gufi sono morti* (60 m, M8+ max) nata nei primi giorni del 2017 per mano di Marco Bernardi e Marco Farina, quest'ultimo autore anche della prima salita in libera pochi giorni dopo.
Si tratta di una via di due tiri con andamento obliquo da destra verso sinistra. Il primo tiro affronta un tratto ghiacciato che si assottiglia man mano per lasciare spazio ad una fessura ben proteggibile con protezioni veloci; nessun materiale in posto, sosta su due fix. Il secondo è nettamente più difficile e offre un perfetto condensato di forza e tecnica con almeno otto piazzamenti di piccozza rovescia con appoggi non proprio netti, per finire su un sigaro verticale corto ma delicato; fix e chiodi in posto, sosta su albero con cordino e moschettone.
La seconda lunghezza è interamente chiodata e consente di spingere in tutta tranquillità l'arrampicata libera... che però non risulta così evidente a vista. Dopo un giro di perlustrazione, come sempre, risulta tutto più semplice ma in questo caso - in considerazione di alcuni agganci non proprio netti - la caduta non è da escludere fino alla fine anche conoscendo il tiro.
Oggi con un pizzico di fortuna sono riuscito a scalare in bello stile al secondo giro... evitando così di rifarne un altro passando dal primo tiro ;-)
Considerazioni tecniche e personali a parte, si tratta di un itinerario interessante che serpeggia all'interno delle pieghe della parete alla ricerca di una linea logica e naturale; sicuramente un ottimo riscaldamento prima di affrontare le vie nettamente più difficili che si trovano poco a destra.

Materiale: 1 corda da 60 m, 10 rinvii, 3 viti da ghiaccio, friends da #.5 a #1 C4 BD.
Esposizione: Est, sole al mattino.
Avvicinamento: 5 minuti dal parcheggio del Rifugio Chabod.
Discesa: una doppia da 30 m dall'albero sommitale (cordino+moschettone).

Il topo della via.
Primi metri del primo tiro su ghiaccio.
Ale si diverte sul traverso del primo tiro (M5).
Arrivo in sosta sul primo tiro... meglio scalare con le mani ;-)
Al termine del lungo traverso su roccia, si raggiunge un piccolo sigaro che permette di uscire verso l'alto (M8+).
Ultimi metri del secondo tiro.