mercoledì 24 agosto 2016

Scheideggwetterhorn (parete Nord) - *Into the wild*

Il diedro caratteristico del sesto tiro.

L'Eiger sta alla Kleine Scheidegg come lo Scheideggwetterhorn sta alla Grosse Scheidegg. Un paragone molto semplicistico, senza dubbio, ma assai efficace... secondo me. Tutti conoscono la famosissima parete Nord dell'Eiger, che si innalza dai prati della Kleine Scheidegg quasi ignorando che dalla parte opposta, in corrispondenza della Grosse Scheidegg, si eleva un'altrettanto vertiginosa e vasta parete dal nome impronunciabile: Scheideggwetterhorn. Fin quando non si transita alla sua base con il caratteristico bus giallo non ci si rende conto della grandezza di cotanta cattedrale calcarea, sulla quale sono state tracciate pochissime vie. Una di queste (insieme a *Baston la baffe*) è opera di due importanti nomi svizzeri dell'arrampicata in montagna: Denis Burdet e Nicolas Zambetti... sì, proprio coloro che nel 2002 avevano effettuato la prima salita onsight di *Divine Providence* sul Grand Pilier d'Angle! La via in questione è *Into the wild* (450 m + 400 m, 7b+ max, 7a obbl.), ultima creazione in ordine di tempo sulla parete: datata 2009. Il nome racchiude in sé tutto lo spirito dell'itinerario, inteso come avvicinamento e via di arrampicata. Un autentico viaggio nel cuore della parete alla ricerca del passaggio migliore e della roccia più bella. Il risultato è un percorso piuttosto severo, da affrontare in condizioni di meteo stabile per poter scalare in maniera più rilassata possibile. Sì perchè, oltre a trovarsi in cima ad uno zoccolo complicato, la via offre 10 lunghezze impegnative non tanto sulla carta (7b+ max) ma per il tipo di scalata imposto: sempre ingaggioso, obbligatorio e - in alcuni tratti - anche un po' expo. La qualità della roccia (complici anche le poche ripetizioni) non è propriamente perfetta come in Wendenstöcke... ma la "bellezza" di questo itinerario è da ricercarsi in qualcos'altro: un'esperienza più alpinistica che arrampicatoria, in cui però occorre muoversi con disinvoltura su terreno delicato e difficoltà di 7a/b per poter almeno portare a termine la via.
Tutte le informazioni tecniche sono sintetizzate qui sotto e nelle didascalie a corredo della galleria fotografica. Consiglio anche di consultare il sito di Nicolas Zambetti che contiene il preziosissimo topo originale sia della via, sia dell'avvicinamento.

Materiale: 2 corde da 60 m, 12 rinvii, 1 set di friends da #.4 a #2 C4 BD.
Esposizione: Nord Nord Ovest. Al sole da metà pomeriggio.
Avvicinamento: è parte integrante della via e costituisce già una piccola ascensione a sé. Dalla Grosse Scheidegg (raggiungibile solo con un bus) scendere circa 500 m verso Est, lungo una cresta erbosa evidenziata da una recinzione per le mucche. Giunti in corrispondenza di un largo sentiero verso destra, seguirlo in direzione della parete in falso piano. Salire quindi fin contro le rocce e costeggiare la base della parete sempre verso Est con andamento saliscendi passando anche all'interno di un caratteristico buco nella roccia facilmente individuabile anche da lontano. Salire ancora in direzione di una grande cascata in alto a sinistra, avvicinandosi però solo all'ultimo, in alto, in corrispondenza di una fascia rocciosa strapiombante. Prestare molta attenzione perchè la cascata scarica regolarmente un flusso assai importante di acqua e neve, il cui accumulo è ben visibile in basso alla base della parete! Superare lo strapiombo roccioso sulla sinistra idrografica della cascata, con l'aiuto di una corda fissa di 6 m circa. Al termine, dirigersi immediatamente a destra lungo la larga cengia detritica in direzione Ovest. Seguirla interamente e continuare in salita costeggiando la parete e attraversando qualche avvallamento fino a giungere sulla larga cengia dove si trova il posto da bivacco. Calcolare 1.30 ore, senza correre, dalla Grosse Scheidegg. Piazzola comoda per 3/4 persone, purtroppo senza acqua nei dintorni.
Da qui, per raggiungere la base della via, occorre ancora percorrere uno zoccolo di più di 400 m di facili placche appoggiate ma assai delicate. Ogni 60 m si trovano gli ancoraggi per le doppie. L'ultimo tratto per arrivare all'attacco si effettua a piedi facendo un largo giro verso sinistra, seguendo una evidente linea di debolezza. Calcolare circa 2.30 ore dal posto da bivacco.
Tutta la zona è estremamente pericolosa in caso di pioggia o temporali!
Discesa: in doppia lungo la via saltando la S3. Alcune soste non sono dotate di anello di calata oppure non sono collegate: utile però sapere che le piastrine inox Mammut che si trovano sulla via presentano una smussatura che consente il passaggio diretto della corda senza rovinarla. Provare per credere! Lo zoccolo si scende inizialmente a piedi (terreno delicato) poi con 6 doppie da 60 m fino al posta da bivacco.