domenica 21 agosto 2011

Dent du Requin - *Chapeau à cornes*

Alpinismo classico insieme a Luigi questo week-end sulla Dent du Requin. Abbiamo percorso una via aperta all’inizio del XX° secolo da Joseph Knubel sulla parete che sovrasta il rifugio e che prende il nome da un curioso gendarme, il Chapeau à cornes appunto (570 m, AD). Originariamente l’itinerario attaccava dal ghiacciaio dell’Envers du Plan ma il progressivo abbassamento dello stesso ha fatto preferire una variante direttamente dal versante orientale. Per info più dettagliate rimando al topo precisissimo di Piola (Massif du Mont Blanc - Envers des Aiguilles).
Attualmente le condizioni della parete sono ottime, tutte le cenge sono sgombre da neve e il nevaio per raggiungere l’attacco non presenta tratti in ghiaccio. Ottima accoglienza al rifugio Requin!

Materiale: 1 corda da 50 m, 1 cordino da 50 m per le doppie, 4 rinvii, 3 friends, fettucce, casco, ramponi e piccozza per l’avvicinamento.
Esposizione: Est, sole dal primo mattino.
Avvicinamento: in circa 1 ora dal rifugio Requin, pietraia, nevaio progressivamente più ripido e un breve tratto di roccia che portano alla grande cengia alla base della via. Alcune frecce bianche indicano l’attacco.
Discesa: con 14 doppie (assolutamente indispensabili corde da almeno 50 m) utilizzando una linea appositamente attrezzata che riporta esattamente all’attacco. Quindi con altre 2 doppie sullo zoccolo di fianco al nevaio percorso al mattino si giunge al termine della *Midi-Plan*, poco a monte delle corde fisse.

Le scalette per raggiungere il rifugio Requin

Prima parte facile della *Chapeau à cornes*

Roccia stupenda su tutto l'itinerario... e ambiente assicurato

Parte alta della via, sullo sfondo il caratteristico gendarme che dà il nome alla via

Luigi in posa davanti a monolite della vetta, sullo sfondo l'Aiguille du Midi

Linea di doppie lungo la parete Est

mercoledì 17 agosto 2011

Petites Jorasses - *Anouk*

Veloce puntata sulla parete ovest delle Petites Jorasses, attualmente in ottime condizioni per arrampicare. Abbiamo salito la classica moderna che Michel Piola ha voluto dedicare a sua figlia, nata proprio nell’anno dell’apertura (1990): *Anouk* (750 m, ED-, 6b+ max, 6a+ obbl.).
Si tratta di una bella via estremamente omogenea e relativamente ben attrezzata, servono comunque le protezioni veloci soprattutto nella prima metà. Per l’attacco non è possibile sbagliare, è il primo itinerario pochi metri a destra del grande diedro d’attacco della *Contamine*. Molte relazioni sconsigliano di andare in cima e di calarsi dalla diciottesima sosta... è vero che le difficoltà diminuiscono considerevolmente, ma con tre facili tiri di grado 4/5 (che portano via poco tempo) si giunge con grande soddisfazione sull’affilata cresta sommitale :)
Oggi abbiamo adottato una tattica particolare per salire la via, a mio avviso molto efficace e redditizia... a patto di avere un buon allenamento. Per poter arrampicare al sole, siamo partiti da Chamonix con il primo treno (ore 8.00) ed abbiamo iniziato ad arrampicare a mezzogiorno. 6 ore per salire i 21 tiri fino in cima, doppie e rientro poco dopo le 21.00 al rifugio Leschaux. Non male.

Materiale: 2 corde da 50 m, 8 rinvii, 1 set di TCU dal #00 al #3 Metolius, 1 set di friends dal #.5 al #2 Camalot. Ramponi e piccozza light per ora sono sufficienti.
Esposizione: ovest, sole al pomeriggio.
Avvicinamento: normalmente si parte dal rifugio Leschaux, che dista circa 1.30 ore dalla base della parete (e circa 3 ore dal treno di Montenvers...). Noi siamo partiti direttamente da Montenvers, raggiungendo la base della parete in 2.50 ore!
Discesa: in doppia lungo la via... purtroppo non si riescono a saltare le soste, quindi occorre effettuare 21 doppie! Noi abbiamo impiegato poco più di 1.30 ore.

Avvicinamento lungo la Mer de Glace, con lo sfondo dell'Envers des Aiguilles

Primo tiro, con terminale facile da passare

Simpatico passo in placca (protetto da 1 fix) per arrivare alla seconda sosta

Terzo tiro

Quarto tiro, con lo sfondo del lungo avvicinamento

Il gran diedro del nono tiro

Undicesimo tiro, belle placconate

Il festival delle placche nella parte alta della via

Autoscatto al termine della via, in compagnia di tre baschi raggiunti qui

Ultimo sguardo verso la parete prima di correre al rifugio per rifocillarci